L’opera si propone di affrontare le problematiche derivanti dall’introduzione, nel rito civile, dell’istituto della consulenza tecnica preventiva e delle successive declinazioni, tese a risolvere l’esponenziale aumento di ricorsi nel contenzioso previdenziale e medico-sanitario.
L’apparente cornice cautelare che, in forza dell’assonanza con l’accertamento tecnico, sembrava caratterizzare il modello dell’art. 696-bis c.p.c., è stemperata e annullata dalle ricostruzioni della giurisprudenza costituzionale che ne individua il carattere prettamente contenzioso e dalla scelta, compiuta ex ante dal legislatore, di privilegiare l’inedita funzionalità conciliativa affidata al consulente tecnico d’ufficio, anche nella forma della condizione di procedibilità, al fine di giungere alla soluzione concordata della lite, sostitutiva della sentenza.