L’opera affronta con metodo innovativo la tematica del divieto delle sostituzioni fedecommissarie, del quale evidenzia il rilevante impatto sistematico nel vigente ordinamento.
Anche all’esito di ampia indagine storica e comparatistica, il fondamento del divieto viene individuato nei caratteri funzionali, anziché strutturali, dell’istituto (l’esistenza di plurime attribuzioni in ordine successivo, aventi causa genericamente liberale); nel contempo, vengono posti in rilievo i collegamenti con il trust, secondo il concetto fatto proprio dalla convenzione dell’Aja del 1° luglio 1985.
Sono analizzati, di conseguenza, gli ambiti di operatività dell’autonomia privata con riferimento a numerosi istituti, tra cui: i fedecommessi a effetti obbligatori, le c.d. sostituzioni de residuo, le disposizioni alternativamente condizionate, le disposizioni fiduciarie, i vincoli di destinazione, le fondazioni, gli oneri da adempiersi post mortem, i patti di accrescimento posteriore all’acquisto, i divieti negoziali di alienazione.